AGIA-CIA: DA TRICARICO SI RILANCIA LA SFIDA ALLA RASSEGNAZIONE |
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Scritto da carbone |
Lunedì 16 Ottobre 2017 18:09 |
Lunedì, 16 ottobre 2017
Gli imprenditori dell’Agia a dimostrazione che l’evento di Tricarico non ha nulla di nostalgico hanno fatto le cose sul serio insediando quattro tavoli di lavoro su temi centrali per il ricambio generazionale in agricoltura: terra e suolo (coordinatore il toscano Valentino Berni); legislazione, lavoro, credito (coordinato dall’emiliano Stefano Francia); innovazione, formazione e consulenza (coordinato dal calabrese Emanuele Milone); nuove frontiere dello sviluppo rurale (Salvatore Borruto, Calabria). Dalle riflessioni e gli approfondimenti dei quattro tavoli e dal dibattito con i protagonisti di Taccone 1977 (sen. Angelo Ziccardi, Paolo Carbone, Armando Tita testimonial) arricchito da interventi di assessori regionali (Luca Braia, Roberto Cifarelli), esperti, tecnici, dirigenti Cia sarà lanciato il Manifesto di Tricarico che ha un filo rosso con la Carta di Irsina. Quarant’anni fa – è stato sottolineato - i giovani si riunirono per discutere, confrontarsi, studiare, e anche divertirsi, socializzando esperienze e passioni. Erano animati dalla convinzione che l’Agricoltura avesse un futuro, e che il loro futuro fosse nella riscoperta della ruralità. In quarant’anni sono cambiate molte cose: è cambiato il Mondo. La riprova – ha sottolineato Nicola Serio, presidente Cia Basilicata - è la concomitanza dei 7 Grandi a Bergamo che – ha detto – non riescono a dare risposte ai due grandi problemi del Pianeta: la fame e lo spreco alimentare. Per noi l’obiettivo resta produrre in modo sostenibile e con equità, generando benessere per chi produce e per chi si alimenta, e dare una speranza a chi ancora non ha accesso al cibo. Da Bergamo dove Maria Pirrone, presidente nazionale Agia ha partecipato al G7, a Tricarico il “pallino” torna nelle mani dei giovani. Ogni impresa agricola – aggiungono i dirigenti dell’Agia Pirrone e Rudy Marranchelli - custodisce due anime: una è romantica e, nella mente delle persone, alimenta l’idea del bello, della serenità, del gusto, della bontà, del cibo giusto e sufficiente; la seconda è arida e fa tribolare gli agricoltori; è quella che rimette i piedi per terra e ci fa scontrare con la realtà. Quella realtà che secondo le ultimi indagini vede un giovane su due avere paura del suo futuro e di non conoscere lo stesso livello di benessere del padre e della madre. Ma – è stato detto – l’agricoltura non è più solo un “affare di famiglia”. Se un tempo in campagna ci si nasceva e il mestiere si ereditava dai genitori, oggi cresce sempre di più il numero di chi sceglie la vita dei campi, pur provenendo da esperienze e formazioni diverse. E fanno bene -evidenzia l’Agia Cia- perché l’agricoltura si sta dimostrando vitale e “anticiclica” dal punto di vista occupazionale, anche se i numeri del “turn over” generazionale nei campi sono ancora bassi, con gli “under 40” che rappresentano solo il 9,9 per cento del comparto e gli “under 30” che si fermano addirittura al 2,1 per cento. Per Donato Distefano, direttore regionale della Cia, l’incontro di Tricarico rafforza il ruolo di rappresentanza del mondo agricolo svolto dalla Cia che si avvia alla stagione congressuale per adeguare la propria organizzazione ai compiti da svolgere. Altre organizzazioni-movimenti preferiscono parlare alla “pancia” degli agricoltori, cavalcando il diffuso malessere, noi invece alla testa, per costruire le condizioni e le opportunità per superare le emergenze e problematiche. Il ricambio generazionale è per noi una priorità. E lo vogliamo sostenere con il protagonismo dei ragazzi e delle ragazze. |
Ultimo aggiornamento Lunedì 16 Ottobre 2017 18:21 |